Siamo in pieno periodo natalizio e tutti ci affanniamo a chiudere i nostri tanti impegni per rincorrere tradizioni che, a volte, ci lasciano più stressati che gioiosi.
Proprio in questi giorni è più facile fare una riflessione su quello che, da tempi immemori, rende così magico questo momento dell’anno, e fonda le sue radici in misteri primordiali.
Tutti sappiamo che il solstizio d’inverno è il giorno più corto dell’anno; dal punto di vista astronomico inizia l’inverno, ma anche se nel giorno esatto del solstizio, la durata delle ore del giorno è minima e quella delle ore della notte è massima, sarà dal giorno seguente che le giornate inizieranno ad allungarsi.
Quest’anno il fenomeno del Solstizio d’Inverno si verificherà, nell’emisfero boreale, alle 23:23 di venerdì 21 dicembre.
Viste queste premesse capiamo perché, fin dall’antichità, questo particolare momento dell’anno si caricasse di significati simbolici; la rinascita della luce sulle tenebre, il rinnovarsi del ciclo delle stagioni, che in senso più ampio, diventa ciclo della vita. Il passaggio dal trionfo delle tenebre, dato dal solstizio, immediatamente sopraffatto dal ‘rinascita’ del sole che, da quel giorno in poi, e sempre in forma più evidente, prende il sopravvento sulle giornate e sul mondo.
Ed è per questo che, proprio di questa ‘festa’ antica e del fenomeno, si è impossessata la tradizione cristiana, facendo coincidere la nascita del Cristo, della luce, della vita, dell’amore per antonomasia, proprio il 25 dicembre, data legata indissolubilmente al Solstizio.
Il nuraghe, un monumento che celebra il solstizio?
La Sardegna è una terra disseminata da siti, monumenti, costruzioni antichissime, misteriose e assolutamente affascinanti, che hanno ancora tanto da raccontarci e che sembrano essere stati concepite per celebrare il Solstizio d’Inverno.
In molti nuraghi, ad esempio, sono state predisposte aperture, piccole finestre, porte, scorci tra i massi di costruzione, in modo tale da poter osservare il fenomeno del Solstizio nei suoi due momenti culminanti, alba e tramonto e, in talune circostanze, permetterci di assistere a fenomeni luminosi che, pur mantenendo un’aura di mistero, sono evidentemente voluti dagli antichi costruttori dei complessi.
La Sardegna non è, ovviamente, un caso unico al mondo in tal senso; molti sono i complessi archeologici antichi legati a doppio filo a momenti di particolare importanza astronomica che assumono rilevanza simbolica e religiosa, basti pensare al complesso di Stonehenge, per il solstizio d’estate, o alle piramidi egizie.
Ma nel caso dei nuraghi, sembra che il fenomeno della penetrazione del sole all’interno della camera principale e la creazione di sagome di luce direttamente riconducibili al sacro, siano esempi definitivi e chiari della celebrazione del solstizio d’inverno.
Solstizio d’inverno al Nuraghe Lobaos II
In questo contesto e proprio per immergerci nella misteriosa magia del fenomeno abbiamo organizzato un evento che ci porterà ad approfondire il significato simbolico, religioso ed astronomico del Solstizio d’inverno nelle culture degli antichi abitanti della nostra Isola.
Per farlo visiteremo il Nuraghe Lobaos II, che ci permetterà di assistere al fenomeno grazie alle sue caratteristiche molto particolari; una finestrella di scarico sopra l’ingresso che, nei giorni del solstizio d’inverno, proietta al sorgere del sole un fascio di luce di forma triangolare. Ed è in questi pochissimi istanti nei quali dovremmo scorgere, in questa sagoma luminosa, una testa di toro capovolta, quasi a simboleggiare un toro, ferito, in declino.
Ma lo stupore continuerà nel constatare che, poco dopo questa prima ‘apparizione’, da una seconda apertura, il sole proietterà un nuovo piccolo triangolo con la base verso l’alto, una protome taurina perfetta, un toro nascente.
Se anche tu vuoi vivere questa emozionante esperienza, partecipa al nostro evento, ti aspettiamo il 22 dicembre!
Nel frattempo, scopri il programma!
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