Non può certo mancare nella storia della Sardegna, e in particolare di Cagliari, la devozione ad un santo martire: Sant’Efisio.
Ma vediamo quali furono le vicende che portarono i cagliaritani ad affidare da secoli la città a questo Santo. Gli anni tra il 1652 e il 1656 furono veramente terribili per la nostra terra; eventi naturali ed epidemie portarono gravi danni al territorio e moltissimi morti tra la popolazione. Tutto cominciò nel 1652, quando un enorme sciame di cavallette ricoprì campi e terreni della terra sarda devastando i raccolti.
Nello stesso anno le zone settentrionali dell’isola, in particolare Alghero e il sassarese, furono colpite dalla peste che provocò migliaia di vittime. Negli archivi di stato si possono trovare documenti e testimonianze a riprova di quanto siano stati terribili gli effetti dell’epidemia nel corso di quegli sventurati quattro anni.
Cagliari per qualche tempo rimase immune agli effetti terribili della peste, in parte anche grazie ai saggi provvedimenti adottati affinché i contatti con le zone infette fossero ridotti al minimo, ma nel 1655 anche la città fu colpita.
La fede dei cagliaritani era forte e resisteva al periodo infausto; al suono delle campane si riunivano a pregare, rivolgendo a Sant’Efisio voti per liberare la città dall’epidemia. Si dice che il viceré ebbe un’apparizione miracolosa del santo in cui quest’ultimo chiese, in cambio dalla liberazione della peste, che gli venisse dedicata la processione del 1 maggio.
In quello stesso anno domini, il 1656, l’epidemia cessò.
E voi, conoscete la processione di Sant’Efisio?Se non avete partecipato almeno una volta a questa celebrazione possiamo sempre raccontarvi i dettagli in un tour personalizzato, o approfondire la conoscenza delle tradizioni e festività di Cagliare nel nostro Tour alla scoperta della città!Nel frattempo guarda la nostra gallery!
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