Personaggi storici della Sardegna: Eleonora d’Arborea

Eleonora d’Arborea, giudicessa di Sardegna

Con l’avvicinarsi della Sartiglia di Oristano, e considerato l’interesse che abbiamo riscontrato con i nostri aggiornamenti sull’evento, viene naturale parlare di uno dei personaggi della storia sarda più conosciuti ed amati, legato indissolubilmente alla nostra tradizione e a questa manifestazione: Eleonora d’Arborea.

Eleonora d’Arborea è stata giudicessa (quindi regina) d’Arborea tra il 1383 e il 1404. A lei si deve la divulgazione della Carta de Logu (carta del luogo), una raccolta di leggi in lingua sarda, già promulgata dal padre Mariano IV.

La Carta de Logu era una raccolta di leggi e di usi giuridici locali; comprendeva 198 capitoli su norme di diritto civile e penale e si prefiggeva di regolare in modo chiaro i vari settori della vita dei cittadini del giudicato. Fu scritta in lingua logudorese, così che le leggi contenute fossero di facile comprensione per i sudditi.

Una vita in bilico tra storia e leggenda

Eleonora nacque in Catalogna, a Molins Rei, nel 1347.

Figlia di Mariano IV dei de Serra Bas e di Timbora di Roccaberti, si trasferì in Sardegna con la famiglia dove il padre divenne ‘re’ del giudicato d’Arborea.

Nel Medioevo infatti, la Sardegna era divisa in quattro entità territoriali autonome, i giudicati: Torres, Arborea, Gallura, Cagliari.

Intorno al 1300 l’autonomia di questi giudicati venne messa in discussione dagli aragonesi, ai quali il giudicato di Arborea si oppose con forza. Rompendo il suo vincolo di vassallo, Mariano IV diede avvio, nel 1353, ad una guerra – l° guerra sardo-catalana – finalizzata a bloccare l’espansione degli aragonesi nell’isola, alla corona iberica stessa, desiderosa di riunire tutto il territorio sardo e trasformarlo in provincia del regno aragonese.

Nel 1376 Eleonora sposò Brancaleone Doria, il cui casato genovese possedeva territori nella Sardegna nord-occidentale e presto si trasferì a Genova.

Nel 1383 il fratello Ugone III venne assassinato, Eleonora rientrò in Sardegna e gli succedette come giudicessa, prodigandosi affinché il figlio primogenito Federico venisse riconosciuto legittimo successore al governo.

Nel frattempo, seguendo l’antico diritto regio sardo, secondo cui alle donne era consentito succedere al padre o al fratello, si nominò reggente per il figlio minorenne Federico, che riuscì a far eleggere giudice nell’assemblea della Corona de logu. Dimostrò subito di possedere una grande intelligenza politica ispirandosi all’esperienza del padre Mariano IV.

Purtroppo, dopo essere riuscita a completare il progetto del padre di riunire quasi tutta l’isola sotto il suo scettro di giudicessa reggente, tenendo in scacco e ricacciando ai margini dell’isola le truppe aragonesi, vide crollare il suo progetto in seguito a un’imprevedibile incognita della sorte: la peste, che consegnò senza combattere la Sardegna agli aragonesi.

Secondo la tradizione la giudicessa morì, intorno al 1404, forse di peste, in un luogo imprecisato.

Sulla sua tomba, infatti, si possono fare solo supposizioni. Secondo alcuni studiosi, quali Bianca Pitzorno e Francesco Casula potrebbe essere stata sepolta nel duomo di Oristano o nella chiesa di San Gavino Martire, vicino al Castello di Monreale, presso Sardara, luogo in cui spesso soggiornava.

Le ‘arti magiche’ di Eleonora d’Arborea

In quanto personaggio storico molto amato, Eleonora è divenuta presto protagonista di fiabe e leggende nelle quali sono messe in risalto la sua astuzia, il suo senso della giustizia e anche la sua forza fisica.

Proprio per queste capacità fuori dal comune, in alcune storie Eleonora viene descritta come una maga dotata di poteri straordinari.

Le leggende nate su di lei si collegano curiosamente con quella che ha per protagonista un certo Re Mastino (forse si tratta di Martino I d’Aragona, detto “Il Vecchio”).

Si racconta, infatti, che questo re, aiutato dal diavolo, forgiò una spada con le trenta monete d’oro ricevute da Giuda per tradire Gesù Cristo. Quest’arma dai poteri magici venne nascosta nei sotterranei di Rocca de Ghisos, presso Cuglieri e qui venne ritrovata da Eleonora D’Arborea.

Fu grazie a quest’arma che la Giudicessa poté sconfiggere tanti nemici.

Un racconto che ricorda la ben più nota leggenda di Excalibur, la spada di Re Artù.

Affascinante, vero?

Ed è anche per questo che non vediamo l’ora di vedere Eleonora d’Arborea dal vivo, alla Sartiglia, interpretata quest’anno da Sara Putzolu, 34 anni, di Narbolia.

Sarete con noi?