Sas dies imprestadas: la ‘variante’ sarda ai giorni della merla

Oggi, per tradizione, iniziano i Giorni della Merla, gli ultimi tre giorni di gennaio, considerati i più freddi dell’anno.

La leggenda più diffusa in Italia narra che una femmina di Merlo con le piume candide per confondersi con la neve invernale, si riparò con i suoi piccoli, dal rigido freddo, in un camino, dove stette 3 giorni.

Ne uscì il primo febbraio, completamente nera. Da qui il colore nero dei merli e il nome dato a questi giorni.

Ovviamente, come per tutte le leggende, esistono diverse versioni, dettate dalle zone in cui la storiella viene tramandata.

Potevamo pensare che in Sardegna non ci fosse una leggenda per questi giorni, legata alle tradizioni e al territorio? La risposta è scontata.

Nella nostra bellissima terra, i Giorni della Merla diventano “sas dies imprestadas”.

La leggenda narra di un pastorello che, in un inverno particolarmente mite, anzichè ringraziare la buona sorte e il mese di Gennaio per aver concesso un ottimo pascolo, si vantò e addirittura si burlò del mese perché, essendo già il 29, pensava che ormai fosse finito.

In effetti, a quei tempi, il mese di gennaio finiva il 29.

Gennaio offeso e arrabbiato, chiese a Febbraio, che allora aveva 30 giorni, 2 giorni in prestito per punire il pastorello. Febbraio acconsentì e Gennaio, utilizzò i due giorni prestati, per mandare freddo e neve e sterminare il gregge.

Si salvò solo una pecora che si era rifugiata sotto “unu labiolu”, una pentola in rame che si utilizzava per fare il formaggio.

I 2 giorni non furono mai restituiti a Febbraio che, da allora, rimase di 28, mentre Gennaio ne mantenne 31, e diventarono in Sardegna, “sas dies imprestadas” ovvero i ‘giorni prestati’.

E considerato che abbiamo parlato di febbraio… che ne dici di organizzare un tour personalizzato in occasione dei futuri eventi di questo mese?