Carnevale in Sardegna: Sos Thurpos e S’Eritaju
Il Carnevale di Orotelli, insieme a quello di Mamoiada e di Ottana, è uno degli eventi più sentiti del Carnevale in Sardegna.
La maschera della tradizione è quella dei Thurpos che significa gli storpi.
Sos thurpos sfilano per le strade del paese con le facce dipinte di nero e indossano un lungo pastrano, ‘su gabanu’, di orbace: un tessuto di lana, tipico della Sardegna, e ottenuto tramite una lavorazione molto particolare che risale a tempi antichissimi.
Sos Thurpos impersonano i protagonisti della vita quotidiana del pastore.
I Thurpos Boes procedono a coppie come buoi sotto il giogo, e vengono spinti ad avanzare con un pungolo da un terzo Thurpu.
I Thurpos seminatori spargono crusca lungo il loro cammino.
Il Thurpu Vrailarzu, che significa il fabbro, a volte raggiunge i Thurpos Boes e simula il momento in cui ferra i buoi.
Un’altra maschera tipica di questo carnevale è S’Eritaju, di ovvia derivazione pagana, come quasi tutte le maschere di questa area della Sardegna.
S’Eritaju, che vuol dire ricchio, sfila vestito con un sajo di orbace di colore grigio molto chiaro, indossa un cappuccio largo e una maschera rossa – amaranto, sul viso. La particolarità è determinata da una grossa collana di cuoio che scende fino al petto,con grossi bottoni di sughero rivestiti da una pelle di riccio (erittu), da cui prende il nome (Eritaju).
La sua funzione è, quindi, quella di rincorre le ragazze per strada e di stringerle in un abbraccio, per pungerle al seno, con gli aculei del riccio attaccati alla collana. S’Eritaju svolge questo antico rito di iniziazione sessuale, il seno, la puntura dell’aculeo, il sangue con un chiaro riferimento alla verginità della donna.
Diventa quindi un rito di propiziazione e di fecondità.
Vuoi vedere dal vivo queste maschere e scoprire qualcosa di più?
Richiedi un Tour delle Maschere personalizzato!
Condividi questo articolo
Le streghe vampiro in sardegna: Sa Cogas
In questo particolare periodo autunnale, ci si sta preparando alle serata più paurosa dell’anno, Halloween, una tradizione che abbiamo ‘importato’ da oltre oceano e che ha le sue origini nella cultura dei popoli del Nord Europa. Per le feste dei morti però, particolari riti e leggende, sono presenti in quasi tutti i popoli e luoghi del mondo, ovviamente anche in Sardegna. Oggi non vi vogliamo parlare di riti tradizionali sardi, legati a questa festa e che affronteremo in un prossimo articolo, ma vogliamo rimanere in tema parlandovi di una figura che, nella tradizione della nostra bella Isola, è sinonimo di paura e mistero: Sa Coga.
Sa Cogas: chi sono e come si riconoscono
La Sa Coga è una sorta di strega-vampiro, capace di trasformarsi in animali acquatici, uccelli e insetti di diverso tipo e, parallelamente, ha bisogno di bere il sangue umano, in particolare quello dei bambini non ancora battezzati o delle gestanti.
L’aspetto esteriore della coga è perfettamente normale e umano, esistono, però, dei segni distintivi che permettono a una persona di riconoscere sa coga: una piccola croce pelosa sulla schiena oppure una minuscola coda.
Il fatto, quindi, che possano sembrare normali, rende loro possibile la vita quotidiana in mezzo alla comunità, nonostante in alcune notti siano costrette a trasformarsi per andare a caccia di sangue. In questo contesto, o si trasformano in uccelli o in animali acquatici, oppure ad alcune tipologie di coga spuntano le ali e volano via.
Come ci si difende dalle Sa Cogas?
Per proteggere i loro bambini dalle Cogas che si trasformano in insetti e volano, molte madri tappano il buco della serratura con della cera.
Altre invece posano nelle loro camere alcuni oggetti rovesciati rispetto all’uso abituale; treppiedi che si usano per mettere le pentole sul fuoco, sui quali sono stati posti piccoli spiedi adagiati a forma di croce, le scope con la spazzola in alto…perché rovesciati? Per disorientare sa cog, distraendola dal bimbo o dalla puerpera che ha preso di mira.
Un altro trucco per scacciare Sa Coga è posizionare oggetti che rimandano ai numeri o necessitano di una conta (pettini, spazzole, rastrelli…) perché queste vampiresse non riescono a contare oltre al numero sette, quindi verrebbero distratte dall’oggetto e rimarrebbero impegnate tutta la notte a contare, dimenticandosi di attaccare i bimbi.
Hanno il potere di scacciare le Cogas anche le fronde di arancio che vengono appese nelle camere dei bambini.
Come si diventa una Sa Coga?
Diventano cogas tutte le bambine nate alla mezzanotte del ventiquattro dicembre, ma anche l’ultima di settime figlie (tutte femmine e vergini al momento della sua nascita).
Ma lo sapevate che, con un rito particolare, qualsiasi donna può trasformarsi in una Coga?
Per farlo, occorre recarsi in un cimitero durante un venerdì notte, asportare il grasso da un cadavere, che poi dovrà essere mescolato con il sangue di una ragazza vergine e con dell’olio santo. L’unguento così ottenuto va spalmato sotto le ascelle e sulla pianta dei piedi della futura Coga che, non appena calerà la notte, inizierà la sua trasformazione.
Terribile, vero?
Vi abbiamo messo un po’ di sana e tradizionale paura?! Non temete, possiamo organizzare un incontro con le Sa Cogas in tutta sicurezza!
Chiedi un Tour personalizzato!
Condividi questo articolo
GENNA TOURS
Privacy e Cookie Policy
Please enable cookie consent messages in backend to use this feature.
Please enable cookie consent messages in backend to use this feature.
Please enable cookie consent messages in backend to use this feature.
Please enable cookie consent messages in backend to use this feature.

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.
Strictly Necessary Cookie should be enabled at all times so that we can save your preferences for cookie settings.
If you disable this cookie, we will not be able to save your preferences. This means that every time you visit this website you will need to enable or disable cookies again.
This website uses Google Analytics to collect anonymous information such as the number of visitors to the site, and the most popular pages.
Keeping this cookie enabled helps us to improve our website.
Please enable Strictly Necessary Cookies first so that we can save your preferences!
More information about our Cookie Policy