Carnevale in Sardegna: Sos Thurpos e S’Eritaju

Il Carnevale di Orotelli, insieme a quello di Mamoiada e di Ottana, è uno degli eventi più sentiti del Carnevale in Sardegna.

La maschera della tradizione è quella dei Thurpos che significa gli storpi.

Sos thurpos sfilano per le strade del paese con le facce dipinte di nero e indossano un lungo pastrano, su gabanu,  di orbace: un tessuto di lana, tipico della Sardegna, e ottenuto tramite una lavorazione molto particolare che risale a tempi antichissimi.

Sos Thurpos impersonano i protagonisti della vita quotidiana del pastore.

I Thurpos Boes procedono a coppie come buoi sotto il giogo, e vengono spinti ad avanzare con un pungolo da un terzo Thurpu.

Thurpos seminatori spargono crusca lungo il loro cammino.

Il Thurpu Vrailarzu, che significa il fabbro, a volte raggiunge i Thurpos Boes e simula il momento in cui ferra i buoi.

Un’altra maschera tipica di questo carnevale è S’Eritaju, di ovvia derivazione pagana, come quasi tutte le maschere di questa area della Sardegna. 

S’Eritaju, che vuol dire ricchio, sfila vestito con un sajo di orbace di colore grigio molto chiaro, indossa un cappuccio largo e una maschera rossa – amaranto, sul viso. La particolarità è determinata da una grossa collana di cuoio che scende fino al petto,con grossi bottoni di sughero rivestiti da una pelle di riccio (erittu), da cui prende il nome (Eritaju).

La sua funzione è, quindi, quella di rincorre le ragazze per strada e di stringerle in un abbraccio, per pungerle al seno, con gli aculei del riccio attaccati alla collana.  S’Eritaju svolge questo antico rito di iniziazione sessuale, il seno, la puntura dell’aculeo, il sangue con un chiaro riferimento alla verginità della donna.

Diventa quindi un rito di propiziazione e di fecondità.

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